Review

FUJINON TECHNO-STABI 12X28 OLTRE L'ORIZZONTE

Andare oltre l’orizzonte è sempre stato uno degli obiettivi della mia vita.

Appassionato di film e serie sul tema dello spazio, ho continuamente cercato di immaginare cosa ci fosse oltre…

Gran parte della mia esistenza mi ha visto proiettato in avanti, per così dire sbilanciato verso l’ignoto; come se in qualche modo lo si potesse afferrare con le dita.

La realtà delle cose mi ha fatto comprendere quanto sia effimero e sfuggente il futuro.

Una continua brama di voler sapere cosa ci sia oltre, dopo…come se ciò che ho davanti non sia abbastanza…questo senso di sazietà che non arriva mai…

Una sorta di asincronia con il tempo in cui viviamo…la totale mancanza di senso per tutto ciò che gira intorno alla nostra esistenza…

Una semplice risposta alla domanda: PERCHE’

Il buio, la notte, le tenebre…quando la luna riposa e si nasconde dietro la terra, è un momento che ho sempre sentito nelle mie corde…un luogo piuttosto che un momento in cui trovarsi con se stessi, lontano da tutto il rumore di fondo.

“Forse il buio ci spaventa così tanto perché non rappresenta un simbolo di speranza oltre il quale possiamo trovare la luce.”

Quando si dice: la luce in fondo al tunnel…la luce è la speranza, il tunnel l’ignoto.

L’ignoto è scuro, incerto, non definito…potrei trovare un milione di aggettivi per descriverlo ma in fondo è solamente mancanza di conoscenza.

FUJIFILM X-E4 - TUTTO E' NULLA

Figlia di un travaglio interiore dove il “less is more” è quasi diventata un’ossessione, tutto trova inizio nella percezione; fulcro cardine dei miei ultimi anni.

Mai parola prima aveva vestito il mio tempo per così tanto…

La percezione è l’anello che collega il nostro io al resto del mondo e rappresenta un canale di collegamento diretto tra nostra mente e la realtà circostante.

In relazione alle informazioni che arrivano alla mente attraverso i nostri sensi tutto prende o meno forma, questo perché il nostro cervello interpreta e crea anche un propria storia, un proprio racconto dei fatti, una propria verità…

FUJIFILM X-H1 - IN MOTION

Dopo la recensione per l'ambito fotografico (che trovate qui), ho pensato di vedere il comportamento della X-H1 anche in veste di strumento per il video.

Per l'occasione ho chiesto la collaborazione dei ragazzi di Robin Studio che mi hanno aiutato ad entrare nel cuore della macchina nella gestione del movimento.

Come già detto la X-H1 ha una doppia veste.

Nasce infatti come prodotto sia per fotografi professionisti che per videomaker.

Di questo secondo ambito parleremo in questo articolo.

In questi anni il mondo delle mirrorless ha conquistato quasi tutto il comparto dell'imaging non dimenticandosi di quello video.

Per Fujifilm è stato un avvicinamento in sordina.

Se l'area video per la serie X non era una priorità, lo è diventata per la X-H1.

Con il massiccio consumo del mezzo video nella vita quotidiana, questa macchina si colloca perfettamente nell'ambito delle produzioni multimediali essendo uno strumento assolutamente trasversale.

Le sue specifiche video oggi la rendono ideale anche per le riprese video professionali ad alti livelli.

MITAKON 35mm f0.95 - RECENSIONE

Ultimamente sento spesso l’esigenza di sperimentare.

Sempre alla ricerca per mettere a fuoco il mio stile, dare maggiore dettaglio ai miei desideri.

Ho visto in passato che un approccio diretto non mi ha dato grandi soddisfazioni, quindi anche se necessita di maggior tempo ho deciso di procedere per differenza.

Un risultato per sottrazione...

Come se per determinare una forma si guardasse lo spazio che rimane, che vi è intorno, anziché la forma stessa.

E’ un processo lungo ma che ti fa scontrare maggiormente con i tuoi desideri e ti obbliga ad assaggiare tutto prima di dire che non ti piace.

Ciò che rimane (a volte nulla) è l’essenziale, ciò che realmente vuoi o hai bisogno.

Anche l’attrezzatura che utilizzo nel mio lavoro, subisce passivamente questo processo.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto sul Mitakon Speedmaster 35mm f/0.95 MK2 (Zhongyi Optics).

Cercavo una lente che desse maggiore risalto al primo piano, che facesse da sottratto dello sfondo.

FUJIFILM X-H1 - RECENSIONE

Parafrasando il vecchio spot MAXIBON...

"TWO IS MEI CHE UAN!"

Tanto è vero che la X-H1 nasce come prodotto sia per fotografi professionisti che per videomaker.

Se per l'ambito della fotografia professionale con le uscite degli ultimi anni Fujifilm si è conquistata importanti fette di mercato, per quello che riguarda il contesto video il margine di miglioramento era ancora generoso.

Lo sviluppo alla fine non si è fatto attendere poi troppo e ha avuto la sua espressione in questa X-H1. Infatti questa macchina consolida il suo utilizzo tra i professionisti, ma vuole conquistare l'ambito video in modo decisivo.

L'evoluzione è un processo che a volte implica il mutamento.

Come un serpente la X-T2 ha cambiato la sua pelle e si è trasformata in X-H1.

Non è chiaro al momento se ci troviamo difronte ad una nuova stirpe, uno spin-off della serie X-T, oppure alla trasformazione vera e propria.

Al di là di questa considerazione è evidente che la X-H1 intraprende una nuova direzione per la serie X.  

Al momento la X-T2 è uno dei traguardi migliori che la casa orientale ha segnato negli ultimi anni.

Forte dell'intensivo processo di sviluppo, la linea mirrorless, giro dopo giro, ha raggiunto la reputazione che gli spetta.

Nata nella terra di mezzo ha saputo sedurre entrambe le fazioni...il consumer e il professionale.

E' considerata da molti un mezzo trasversale, valido in qualunque ambito.

Da questo successo consolidato è nato il germoglio della X-H1. 

Come per alcuni dei precedenti lanci ho avuto il piacere di poter testare in anteprima il prototipo della macchina. 

Premetto che ciò che troverete scritto è frutto di opinioni personali e totalmente soggettive che vanno al di là del fatto che io collabori con Fujifilm Italia. Investo il mio tempo per queste recensioni per puro piacere personale e soprattutto perché questo mi offre l'opportunità di mettermi in discussione di continuo. Detto questo buona lettura...😎

Le nuove specifiche introdotte sono molte, precisamente X-H1 porta con se 19 migliorie operative che vedremo man mano descritte in questa recensione di prodotto.

FUJIFILM GFX 50S - RECENSIONE

A quasi un anno dalla sua presentazione ho pensato di raccogliere qualche pensiero su questa "nuova" medio formato chiamata GFX 50s.

Premetto che non farò un analisi tecnica approfondita della macchina perché in rete se ne trovano già tante anche molto dettagliate; mi piaceva invece l'idea di restituire una dignità più per ciò che rappresenta rispetto alla tecnologia e le caratteristiche che la compongono.

Con l'uscita nel mese di gennaio di quest'anno (come successe 5 anni fa con la presentazione della prima X100) Fujifilm ha segnato il primo punto di quello che molto probabilmente sarà il nuovo trend del prossimo futuro, cioè la conferma della tecnologia mirrorless e l'implementazione del medio formato.

Credo che vista la forte concorrenza presente sulla tecnologia full-frame, negli ultimi anni la casa Giapponese, abbia strategicamente scelto di creare un nuovo mercato e sembra che i risultati parlino da soli.

Lo stesso mondo professionale, che nei primi anni era timoroso di usare tecnologia mirroless in ambito lavorativo, si sta ricredendo.

Il fatto che già due brand (importanti nel panorama fotografico) si siano esposti nella creazione del medio formato, significa che i tempi sono maturi per ipotizzare una sorta di "nuova era retrò", una sorta di ritorno alle origini.

Prima dell'avvento della pellicola 35mm, ed il conseguente sviluppo della tecnologia ad esso legata, la fotografia professionale era rappresentata dal medio formato (nei suoi vari formati principali: 6x6, 6x7, 6x4.5, 6x9, ect.).

Dalla nascita del digitale ad oggi il medio formato è sempre rimasto nel cuore di chi come me è nato con la pellicola; al di là di cromie e risoluzioni, la cosa che mancava maggiormente era la tridimensionalità e quella capacità che solo il medio formato e formati maggiori (vedi Banco Ottico, Polaroid 20x25, ect.) potevano restituire di ciò che veniva ripreso.

La sensazione percepita era davvero immersiva. Che fossero ritratti e landscape avevi davvero la sensazione di entrare nell'immagine.

In parte sicuramente alle meravigliose lenti (Carl Zeiss per citarne una) prodotte negli anni d'oro del medio formato, ma soprattutto al rapporto ottico tra l'obiettivo ed il supporto su cui si cattura l'immagine (una volta pellicola, oggi sensore).

Il soggetto ripreso veniva in qualche modo inglobato; il risultato era davvero tridimensionale.

Era ancora l'epoca di una tecnologia assolutamente meccanica, robusta ed affidabile.

Sicuramente per un lavoro dinamico era richiesta grande esperienza e manualità (ricordiamo che la presenza dell'autofocus si sviluppa con il 35mm), ma già allora i risultati erano eccezionali dal punto di vista della qualità e della resa finale delle immagini.

Tutte le cose tecnologiche si evolvono e con il passare del tempo "subiscono" migliorie, ma soprattutto affrontano di solito una graduale riduzione delle misure e dei pesi (vedi il passaggio dal banco ottico al medio formato fino al 35mm).

In questo caso invece, si è fatto un passo indietro per modo di dire, si è trattato di prendere in mano vecchi concetti e riproporli in una sorta di ibrido, di collage del meglio fin ora sviluppato.

Infatti la GFX e l'unione di tre parti in cui Fujifilm ha fatto la sua storia: Il medio formato analogico, recente tecnologia Mirrorless, e sviluppo sensori/processori.