PORTRAIT

FUJIFILM GFX 50S - RECENSIONE

A quasi un anno dalla sua presentazione ho pensato di raccogliere qualche pensiero su questa "nuova" medio formato chiamata GFX 50s.

Premetto che non farò un analisi tecnica approfondita della macchina perché in rete se ne trovano già tante anche molto dettagliate; mi piaceva invece l'idea di restituire una dignità più per ciò che rappresenta rispetto alla tecnologia e le caratteristiche che la compongono.

Con l'uscita nel mese di gennaio di quest'anno (come successe 5 anni fa con la presentazione della prima X100) Fujifilm ha segnato il primo punto di quello che molto probabilmente sarà il nuovo trend del prossimo futuro, cioè la conferma della tecnologia mirrorless e l'implementazione del medio formato.

Credo che vista la forte concorrenza presente sulla tecnologia full-frame, negli ultimi anni la casa Giapponese, abbia strategicamente scelto di creare un nuovo mercato e sembra che i risultati parlino da soli.

Lo stesso mondo professionale, che nei primi anni era timoroso di usare tecnologia mirroless in ambito lavorativo, si sta ricredendo.

Il fatto che già due brand (importanti nel panorama fotografico) si siano esposti nella creazione del medio formato, significa che i tempi sono maturi per ipotizzare una sorta di "nuova era retrò", una sorta di ritorno alle origini.

Prima dell'avvento della pellicola 35mm, ed il conseguente sviluppo della tecnologia ad esso legata, la fotografia professionale era rappresentata dal medio formato (nei suoi vari formati principali: 6x6, 6x7, 6x4.5, 6x9, ect.).

Dalla nascita del digitale ad oggi il medio formato è sempre rimasto nel cuore di chi come me è nato con la pellicola; al di là di cromie e risoluzioni, la cosa che mancava maggiormente era la tridimensionalità e quella capacità che solo il medio formato e formati maggiori (vedi Banco Ottico, Polaroid 20x25, ect.) potevano restituire di ciò che veniva ripreso.

La sensazione percepita era davvero immersiva. Che fossero ritratti e landscape avevi davvero la sensazione di entrare nell'immagine.

In parte sicuramente alle meravigliose lenti (Carl Zeiss per citarne una) prodotte negli anni d'oro del medio formato, ma soprattutto al rapporto ottico tra l'obiettivo ed il supporto su cui si cattura l'immagine (una volta pellicola, oggi sensore).

Il soggetto ripreso veniva in qualche modo inglobato; il risultato era davvero tridimensionale.

Era ancora l'epoca di una tecnologia assolutamente meccanica, robusta ed affidabile.

Sicuramente per un lavoro dinamico era richiesta grande esperienza e manualità (ricordiamo che la presenza dell'autofocus si sviluppa con il 35mm), ma già allora i risultati erano eccezionali dal punto di vista della qualità e della resa finale delle immagini.

Tutte le cose tecnologiche si evolvono e con il passare del tempo "subiscono" migliorie, ma soprattutto affrontano di solito una graduale riduzione delle misure e dei pesi (vedi il passaggio dal banco ottico al medio formato fino al 35mm).

In questo caso invece, si è fatto un passo indietro per modo di dire, si è trattato di prendere in mano vecchi concetti e riproporli in una sorta di ibrido, di collage del meglio fin ora sviluppato.

Infatti la GFX e l'unione di tre parti in cui Fujifilm ha fatto la sua storia: Il medio formato analogico, recente tecnologia Mirrorless, e sviluppo sensori/processori.