FUJINON TECHNO-STABI 12X28 OLTRE L'ORIZZONTE


“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.”
(Lucio Anneo Seneca)


 
 

Andare oltre l’orizzonte è sempre stato uno degli obiettivi della mia vita.

Appassionato di film e serie sul tema dello spazio, ho continuamente cercato di immaginare cosa ci fosse oltre…

Gran parte della mia esistenza mi ha visto proiettato in avanti, per così dire sbilanciato verso l’ignoto; come se in qualche modo lo si potesse afferrare con le dita.

La realtà delle cose mi ha fatto comprendere quanto sia lontano e sfuggente il futuro nonostante ogni istante del nostro presente ne sia così profondamente legato.

Non ho mai fatto caso fino ad ora come passato, presente e futuro siano effettivamente così legati tra loro. In un lasso di tempo così infinitamente piccolo sembra quasi possano coesistere. Al morire del futuro, nasce il presente che immediatamente si trasforma in passato.

Come se ogni momento sia composto da tutte e 3 le esperienze contemporaneamente…difficile sotto questa prospettiva dare dei confini ad ognuno, anche se siamo abituati a considerarli separatamente.

La vita del presente è cosi breve che spesso si perde nel tempo…magari potessimo mettere in pausa questo tempo sospeso tra il prima ed il dopo…

Sentire il presente, soprattuto oggi, richiede esercizio e dedizione…

Una continua brama di voler sapere cosa ci sia più in là, dopo…un senso di sazietà che non arriva mai…

Una sorta di asincronia con il tempo in cui viviamo…la totale mancanza di senso per tutto ciò che gira intorno alla nostra esistenza…

Una semplice risposta alla domanda: …E POI?

Il buio, la notte, le tenebre…quando la luna riposa e si nasconde dietro la terra, è un momento che ho sempre sentito mio…un luogo piuttosto che un tempo in cui trovarsi con se stessi, lontano da tutto il rumore di fondo.

“Forse il buio ci spaventa così tanto perché non rappresenta un simbolo di speranza oltre il quale possiamo trovare la luce.”

Quando si dice: la luce in fondo al tunnel…la luce è la speranza, il tunnel l’ignoto.

L’ignoto è scuro, incerto, non definito…potrei trovare un milione di aggettivi per descriverlo ma in fondo è solamente mancanza di conoscenza.

Il primo sentimento che proviamo appena ci troviamo al buio è quello di bloccarci, immobili…

Tendiamo le mani in cerca di un sostegno, di una mano che ci accompagni, ci guidi verso un luogo sicuro…

Purtroppo la cultura dell’ignoto è ancora ai suoi primi passi, lo spazio lo rappresenta a fondo, infatti navighiamo verso una direzione senza sapere cosa troveremo oltre.

L’orizzonte è solo il primo passo…indica la direzione…

L’ignoto ci accompagna fin dalla nascita…veniamo catapultati in un mondo del tutto sconosciuto con pochi strumenti per capire…

Nulla di più oscuro del nostro inconscio…ma nonostante abbiamo possibilità di cimentarci fin da piccoli continua ad essere in gran parte un mistero…un gran buio.

Si sente spesso dire che siamo il riflesso di chi ci sta accanto.

Usiamo l’altro per cercare si capire chi siamo e dove stiamo andando…come se da soli fosse impossibile comprendere l’ignoto in noi…

Il pensiero comune sancisce che nello stare soli non si possa condividere, non ci sia nessuna possibilità di confronto e quindi di comprensione.

Penso non sia così…quando siamo soli in realtà siamo almeno in due.

Quando si pensa e si parla al nostro io, per certi versi è come se fossimo difronte ad uno specchio e ci rivolgessimo ad un interlocutore esterno…

Andare oltre è passare il confine, il limite che c’è tra me ed il mio riflesso e attraversare lo specchio che ci divide.

Un unione profonda con se stessi…un tendere le mani a noi stessi nell’oscurità che ci circonda.

E allora eccomi qui, nuovamente a raccontare una nuova avventura.

Un passo verso lo specchio! Un passo oltre l’orizzonte…verso l’ignoto…

Guardare lontano per comprendere cosa ci sia vicino…

Navigo tra i pensieri in cerca di una direzione.

Il vento delle mie passioni mi guiderà verso un nuovo porto tutto da scoprire.

Oggetto delle mie visioni, questa volta è uno strumento del tutto nuovo per me (da osservare e testare sul campo).

Normalmente sono abituato a confrontarmi con macchine fotografiche e obiettivi, per questa occasione invece, mi è stato affidato il compito di provare un binocolo anzi 2.

In particolare il Fujinon Techno-Stabi 12X28 ed il suo fratello maggiore Fujinon Techno-Stabi 16X28.

Per alcuni versi sono concetti nuovi anche per me ma proveremo a capire insieme di cosa si tratta.

Quindi: “Perché un binocolo e perché a me!”

In primo luogo perché il principio che accomuna fotocamere e binocoli è il medesimo.

Sfruttano appunto entrambi principi ottici (attraverso delle lenti) per catturare la luce e permettere ai nostri occhi di osservare qualcosa meglio, come nel caso dei binocoli o creare immagini come per le fotocamere.

Nonostante questo, restano profondamente differenti, infatti i binocoli oltre a non avere un meccanismo di archiviazione di ciò che inquadrano, sono concepiti per sfruttare la visione binoculare del nostro apparato visivo.

Inoltre i binocoli permettono all’utente di poter osservare in maniera ingrandita un determinato oggetto che si trova relativamente lontano dall’osservatore.

Normalmente l’impiego più comune di un binocolo è quando si deve osservare un oggetto lontano e riuscire a distinguere in maniera più chiara e nitida le sue forme.

I motivi per utilizzare un binocolo sono i più vari: lavoro, passione o tempo libero.

I contesti in cui vengono principalmente impiegati di solito sono: astronomici, bird-watching e caccia, militare, escursioni, tuttofare (tascabile) ed infine marittimo.

Qui arriviamo al secondo punto…perché a me!

Per chi legge tra le righe dei miei pensieri si è già imbattuto nella spiegazione di come passo la mia esistenza in questa vita ma per i profani spiego che oltre ad occuparmi di fotografia, sono un comandante di navi professionista e passo quindi gran parte del mio tempo per mare.

Chi fa questo mestiere sa che un binocolo è uno di quegli strumenti fondamentali per una navigazione sicura e consapevole.

Un binocolo usato un ambito marittimo è uno accessorio immancabile su di un’imbarcazione.

Sapere con largo anticipo che cosa è presente intorno a noi durante la navigazione permette di ridurre al massimo il rischio di incidenti.

Molti pensano che il solo fatto di essere in mezzo al mare riduca la possibilità di collisioni.

Al contrario proprio perché non ci sono strade, cartelli, semafori, è assolutamente importante capire le intenzioni altrui e saper comunicare con efficacia le proprie.

Per far questo il tempo gioca un ruolo decisivo.

In mare non ci si può fermare a piacimento perché ci troviamo su di un fluido in costante movimento e spesso i pesi ed i volumi complicano le manovre sull’acqua.

Quindi prima capisco con chi o cosa ho a che fare e prima ricevo le informazioni necessarie per una decisione in totale sicurezza ma soprattutto con largo anticipo.

Quando si va per mare la propria sicurezza o quella degli altri, oltre che dei mezzi naturalmente, viene prima di ogni altro aspetto.

Compresa questa condizione imprescindibile, si ha la necessità di portare il proprio sguardo il più possibile lontano.

Al giorno d’oggi, ad onor del vero, esiste tutta una serie di strumenti elettronici (Radar, AIS, Cartografici), che permettono di sapere dove si trova un oggetto o una nave in mare anche a lunghe distanze senza avere la possibilità di vederlo fisicamente.

Queste tecnologie sono molto utili soprattuto in situazioni di scarsa visibilità tipo: di notte, con nebbia o con mal tempo.

Nel quotidiano sono sicuramente un valido aiuto ma quando non ci sono problemi particolari di visibilità, vedere con i propri occhi da una percezione più immediata e reale della situazione.

Adesso fermiamoci però qualche istante e cerchiamo di capire in breve quali sono le caratteristiche principali da osservare in un binocolo così da capire quali utilizzare e perché.

Nello specifico parleremo di ingrandimento, campo visivo, ed altri parametri generali.


Ingrandimento, DIAMETRO LENTI e pupilla d’uscita

Ogni binocolo porta con se una dicitura detta “formato”, come 12×28, 16×28, 7×42 e così via. Queste cifre indicano il numero degli ingrandimenti effettuati dal binocolo (12x, 16x, ecc.) e il diametro delle lenti dell’obiettivo (28, 42 mm ecc.).

L’importante combinazione di questi due valori permette di avere i criteri per la scelta di quale binocolo usare e di conseguenza i suoi campi di applicazione.

Ad esempio, in un binocolo 12x28, il primo numero (12x) rappresenta il valore dell'ingrandimento valido per gli oggetti all'infinito, mentre il secondo (28) indica in millimetri il diametro della lente dell'obiettivo, che coincide generalmente anche col valore nominale della cosiddetta "pupilla d'ingresso" dello strumento e quindi indica la quantità di luce che entra, ma non quella che esce, verso l'occhio.

Infatti, la cosiddetta "luminosità" del binocolo è data dal valore della pupilla d'uscita (pu), che viene calcolata dividendo il valore di apertura (pupilla d'ingresso) per il fattore di ingrandimento.

Nel nostro caso per il 12x28, la (pu) nominale misura 28 mm : 12×  =  2,33 mm di diametro.

Quindi, non è sufficiente il solo valore dell’apertura, ma è sempre importante anche il fattore di ingrandimento dello strumento.

L'ingrandimento ha due modi differenti per essere interpretato:

  • il primo come ingrandimento visivo (o angolare) dell'oggetto inquadrato, ed è il risultato del rapporto tra le dimensioni lineari (altezza o larghezza) della sua immagine rispetto a quella visita ad occhio nudo;

  • il secondo come avvicinamento virtuale dell'osservatore verso l'oggetto (una riduzione della distanza proporzionale all'ingrandimento).

Osservando ad esempio con un binocolo 12x, l'oggetto viene ingrandito 12 volte rispetto alla normale visione ad occhio nudo; ossia, l'oggetto apparirà ai nostri occhi 12 volte più largo e 12 volte più alto, in sostanza 12 volte più grande, rispetto alla dimensione vista senza il binocolo.

Oppure, si può anche pensare che un binocolo 12x ci "avvicina" virtualmente agli oggetti, fino ad 1/12 della distanza reale da cui stiamo osservando.

Così, ad esempio, se siamo fisicamente distanti 1200 metri da un oggetto osservato, utilizzando un binocolo 12x, l'oggetto apparirà grande come se lo stessimo guardando da 100 metri di distanza, senza il binocolo (ad occhio nudo).

Nella realtà bisogna fare alcune precisazioni che chi utilizza fotocamere con lenti zoom conosce molto bene.

Quando l'avvicinamento è reale, infatti, la prospettiva (punto di vista) cambia come anche la percezione tridimensionale, rispetto alla visione a distanza. L'ingrandimento (col binocolo), quindi, comporta un’alterazione percettiva rispetto alla normale visione ad occhio nudo (percezione naturale). In questo caso particolare, il binocolo causa uno schiacciamento dei piani nella profondità della scena, direttamente proporzionale al valore di ingrandimento rispetto alla visione che avremmo avuto senza binocolo (se messi fisicamente ad 1⁄12 della distanza di osservazione).

Il valore di ingrandimento, dei binocoli per uso a mano libera, è piuttosto vario: tra 2x e 30x circa. I più comuni però si concentrano quasi totalmente intorno agli ingrandimenti 8x e 12x, perché ruotano al numero 9X (valore di riferimento del sistema retinico dei nostri occhi).

Abbiamo visto quindi che per poter vedere più, di quello che è appena percepibile ad occhio nudo, è necessario superare la soglia dei 9x, entrando in 10x, 12x o anche 18x, se serve.

Il fattore di ingrandimento va considerato come l'indice di aumento diretto della risoluzione ottica a disposizione dei nostri occhi, e dunque anche dell'aumento proporzionale della visibilità dei dettagli.

Fujinon TECHNO-STABI 12X28 (Stabilizzato)

Campo visivo

Il campo visivo invece è l’estensione dell’area osservabile attraverso il binocolo. Di solito viene stampata sul corpo dello strumento, al pari del formato, è la dimensione del campo visibile o campo visivo, espressa in metri (o feet), oppure in gradi angolari (nel nostro caso è di 4° ca.). Semplificando indica la quantità di spazio (o fetta di mondo) che è visibile con quello strumento.

Anche in questo caso, per usi diversi è più indicato un campo visivo diverso.

Un ampio campo visivo aiuta l'osservazione degli oggetti in rapido movimento, facilita la localizzazione e la ricerca, oppure è utile per mantenere sotto controllo una determinata zona visualizzata. Questo parametro è condizionato esclusivamente dal progetto degli oculari e da altri fattori come ad esempio il diaframma di campo, oltre ad essere influenzato anche dall'ingrandimento.

Così, un maggiore ingrandimento porta a ridurre il campo visivo.

Spesso sui binocoli astronomici o nautici, l'ampiezza del campo visivo è indicata in gradi angolari (3,6°, 4°, 8°, 10°, ecc, con al massimo un decimale oltre la virgola), ed è sufficiente moltiplicare questo valore per il coefficiente 17,5 (più precisamente 17,453...) per trovare il valore in metri, del campo trasversale osservabile da 1000 m di distanza.

Dal valore del campo visivo dichiarato dal fabbricante è possibile calcolare un aspetto sicuramente più interessante per l'utente comune, che è la visione apparente. Ovvero, l'ampiezza della finestra di osservazione del binocolo, e che anche questo dato non dipende dall'ingrandimento.

La visione apparente del binocolo è l'ampiezza della finestra di osservazione, misurata in gradi angolari, e direttamente confrontabile con la visione ad occhio nudo.

L'ampiezza della finestra dei binocoli comuni, varia tra i valori cosiddetti "molto stretti" di 36°, fino ai valori "molto ampi" di 82°, ma più comunemente l'estensione sarà tra 48° e 70°, con 55° inteso come valore "normale", e corrispondente ad una visione sufficientemente comoda ed "ampia" (anche se, per molti utenti potrebbe essere considerata ancora un po' troppo "stretta").

Parametri tecnici principali

La maggior parte dei binocoli è dotati di un sistema di messa a fuoco che agisce meccanicamente su entrambi i cannocchiali (sinistro e destro), tramite una singola rotella centrale (CF), oppure in modo indipendente (IF) su ogni singolo cannocchiale (destro o sinistro).

Questa regolazione consente di variare il punto di fuoco ottico del binocolo, da una distanza minima ai valori che vanno solitamente anche oltre l'infinito.

La stazza (dimensioni e peso), ma soprattutto il peso o meglio, la distribuzione del peso (bilanciamento), influisce molto sulla possibilità di usare un binocolo per lunghi periodi. Uno strumento bilanciato maggiormente verso gli oculari, offre un confort di utilizzo superiore migliorando le osservazioni.

In genere, il maggior peso del binocolo tende a dare più stabilità, anche se diventa più faticoso da reggere in mano, per lungo tempo.

Tra i supporti portatili, il mono-piede probabilmente risulta il miglior compromesso, per ottenere una visione più ferma e dettagliata anche se molto spesso, è sufficiente soltanto appoggiare saldamente i gomiti ad un piano o ad un qualsiasi supporto rigido a disposizione. Un altro modo è appoggiare il bordo dell'obiettivo ad un muro, così da percepire immediatamente un effetto di stabilizzazione "manuale" delle immagini.

Nei casi più estremi (su navi molto grandi e nei sottomarini), dove lo strumento è davvero potente e pesante, ci si avvale di supporti fissi solidali al mezzo e dotati di snodi e stabilizzatori meccanici.

Purtroppo ci sono molti altri casi in cui tutto ciò appena detto non è applicabile.

In ambito marittimo infatti, restare in piedi, dondolare e muoversi continuamente facendo osservazioni a mano libera è una costante.

Per ovviare a questo limite, la soluzione è costituita dai binocoli stabilizzati (strumenti con stabilizzatore d'immagine interno, meccanico e/o alimentato da batterie), creati propriamente per l'uso a mano libera.

Questi strumenti di solito sono utilizzati per il controllo e il soccorso, su veicoli in movimento, tipo auto, elicotteri, aerei, navi o imbarcazioni, e devono fornire immagini visibili utili.

In genere, anche i binocoli stabilizzati vanno in ogni caso per quanto possibile tenuti fermi.

Come abbiamo visto esistono diversi scenari in cui un binocolo può essere utilizzato.

Abbiamo inoltre visto che il binocolo ha il grande vantaggio, rispetto ad esempio al telescopio e al cannocchiale (sistemi mono-oculari), di permettere l’uso di entrambi gli occhi contemporaneamente.

Grazie alla visione binoculare, infatti, è molto più semplice seguire gli oggetti che si muovono velocemente, come barche, o auto in corsa, dato che l'uso di entrambi gli occhi è fondamentale per la costruzione delle immagini tridimensionali nel nostro cervello, oltre a permette di valutare meglio la profondità e di seguire più facilmente i movimenti nello spazio o sull’orizzonte come ad esempio in mare.

Tralasciando tutto il resto e focalizzandoci sul contesto marittimo, ogni situazione ha delle caratteristiche differenti quindi è necessario avere un binocolo adatto a seconda della situazione e del momento della giornata.

L’ideale normalmente è possedere un mezzo versatile, cioè che possa adattarsi facilmente le diverse situazioni in continuo mutamento.

Ci sono varie capacità di ingrandimento, risoluzione e luminosità.

La somma delle capacità personali dell'utente, dell'esperienza d'uso e dell'ergonomia dello strumento, produce una considerevole serie di variabili (in termini di mosso durante l'osservazione).

E’ complicato però stabilire a priori quale sia il binocolo ideale per tutti e dunque ci si avvale delle convenzioni di “formato” nei diversi contesti d’uso ed intorno ad esse si fanno poi le proprie scelte.

Il binocolo ha, quindi, la capacità di "ingrandire" tutto ciò che viene osservato, a qualsiasi distanza possibile, e in alcuni casi (in base ai vari modelli più adatti) può anche "schiarire" le immagini, nelle condizioni di più bassa luminosità rispetto a quella diurna. In questo modo rende possibile poter osservare alcuni oggetti che risulterebbero invisibili ad occhio nudo. Questo è un aspetto che tratteremo prossimamente in un altro articolo, andando a parlare dei binocoli notturni.

In mare il binocolo viene utilizzato h24, nel senso che a meno che non si stia ormeggiati in porto (dove per altro non si scampa dalla possibilità di essere speronati da altri in manovra all’ormeggio), è sempre opportuno mantenere una sorveglianza dello spazio intorno alla propria nave o imbarcazione.

Anche se si è fermi all’ancora in mezzo al mare è necessario sempre controllare che gli altri ci vedano, ma soprattutto capiscano che siamo fermi.

Questo ruolo normalmente è delegato ad un responsabile di coperta detto anche “keep watching”.

12x e 16x

Fujinon TECHNO-STABI 12X28 (Stabilizzato)

Avendo ora qualche nozione in più ci concentriamo finalmente sui due binocoli in esame.

Sono entrambi molto simili tranne formalmente per alcuni aspetti come l’ingrandimento, la luminosità, il campo visivo ed il peso. Chiaramente tutti i parametri interni e le caratteristiche fisiche saranno differenti ma per una valutazione d’uso, al momento possono essere trascurati.

Detto questo prenderemo in esame il 12x e faremo infine alcuni confronti con il 16x.

Partiamo con il dire che la serie TECHNO-STABI, offre (come si intuisce anche dallo stesso nome) un sistema caratteristico di stabilizzazione meccanico/elettronico dell’immagine che vedremo più avanti.

Osservandolo tra le mani si percepisce una presa confortevole coadiuvata sia dalla forma che dalla texture dei materiali.

Questo binocolo è composto da uno scheletro in “fiber glass“, cioè una plastica rinforzata con fibra di vetro. E’ impermeabile, dunque ideale per qualunque situazione meteorologica.

Il TS 12×28 è garantito come waterproof ed è in grado di resistere alle infiltrazioni di polvere e sabbia. 

E’ inoltre presente una protezione in gomma nella parte posteriore (oculari) ed un similpelle battuto sull’impugnatura e sul resto del corpo.

Sono presenti 2 occhielli per un eventuale cinghia per il collo (fornita nella confezione insieme ad una custodia di tessuto morbido ed imbottito).

E’ dotato di 2 coperchi di gomma per gli oculari ma è purtroppo sprovvisto di una copertura per le lenti frontali.

Le sue dimensioni sono estremamente contenute e compatte (nonostante sia un 12x), questo lo rende assolutamente trasportabile, pur non essendo classificato tra i binocoli compatti.

L’ergonomia è piacevole quando si usano entrambe le mani ed una presa perfetta la si osserva con una mano sola senza rinunciale ad avere comunque il pieno controllo di tutte le funzioni (ideale quando ti devi tenere per non cadere).

Sono presenti sia nella parte superiore che in quella inferiore degli alloggiamenti per le dita per avere una presa più salda.

Fujinon TECHNO-STABI 12X28 (Stabilizzato)

Questo binocolo é così leggero che, al di là della stabilizzazione, può essere tranquillamente usato senza un treppiede di supporto.

Gli oculari paraluce twist-up (a rotazione) di cui uno con regolazione diottrica (destro), rendono il Techno-Stabi comodo da usare anche mentre si indossano gli occhiali. La loro escursione varia tra i 55 e i 73 mm.

La rotella di messa a fuoco (che sposta gli elementi ottici interni) è zigrinata e molto precisa. E’ comoda da utilizzare, abbastanza ampia e priva di giochi. Per passare dalla distanza minima di messa a fuoco (2,5 mt ca.) all’infinito, occorre ruotare il rotore (in senso orario) di quasi 2 giri.

Il comando per l’attivazione del sistema di stabilizzazione invece, è in una posizione ideale per una rapida accensione (ad esempio con l’indice).

Fujinon TECHNO-STABI 12X28 (Stabilizzato)

L'ottica multi-strato e il sistema ibrido dei prismi con correzione di fase forniscono un'immagine luminosa e molto nitida a tutto campo ed un contrasto vivido apprezzabile.

La qualità ottica in generale è decisamente alta e la resa cromatica è neutra (forse leggermente calda ma comunque piacevole).

Nell’osservazione diurna inoltre, anche inquadrando oggetti in contro luce non si apprezzano particolari “flare” sulle lenti che alla lunga potrebbero risultare fastidiosi.

Il 12x28 è equipaggiato con una batteria di ridotte dimensioni che alimenta il meccanismo di stabilizzazione e che ha aiutato i progettisti a contenere le forme.

L’idea di inserire una batteria CR2 al litio (inclusa nella confezione), al posto di una mini-stilo, ha permesso di creare una zona nella parte inferiore del corpo del binocolo che è perfetta per una buona presa con i pollici.

Il tipo di stabilizzazione presente su questo binocolo, necessità davvero di poca energia, quindi una batteria più grande sarebbe stata superflua e pesante.

La sua durata può andare oltre le 12 ore.

Stabilizzazione

La stabilizzazione è delegata interamente ad un meccanismo cardanico a 2 assi è assistito da altrettanti piccoli motori super silenziosi, il cui rumore è veramente ridotto al minimo.

Questi motori sono gestiti da un driver che verifica le vibrazioni ottiche per stabilizzare l’immagine con una gamma di soppressione delle vibrazioni di ± 3°.

Le vibrazioni invece sono rilevate da due sensori giroscopici situati nel corpo ottico del binocolo.

E’ dotato inoltre di un sistema di spegnimento automatico dopo dieci minuti di inutilizzo che ne limita gli sprechi e prolungando di fatto l’autonomia.

Schema motori stabilizzazione

Schema motori stabilizzazione

Fujinon TECHNO-STABI 16X28 (Stabilizzato)

Confronto e conclusioni

Come accennato prima i due binocoli si assomigliano molto, sia nelle caratteristiche che nell’utilizzo.

Il TS 16x28 è quasi 1/4 più pesante del fratello, ma onestamente un peso ancora accettabile.

Sicuramente avendo un campo visivo più ristretto la stabilizzazione è più faticosa ma assolutamente valida ed apprezzabile.

Risulta anche un briciolo meno luminoso del 12x perché di fatto hanno entrambi lenti da 28mm e sappiamo benissimo che per luminosità superiori è necessario avere lenti frontali più grandi per catturare una quantità di luce maggiore.

Per il resto, il 16x sicuramente è più efficace sulle lunghe distanze ma se dovessi scegliere il mio sguardo si farebbe accompagnare dal 12x.

Se dovessi riassumere le mie sensazioni direi…una presenza invisibile!

Questo Fujinon TS 12×28 è effettivamente un ottimo compromesso in tutti gli aspetti, un condensato di elettronica, affidabile, robusto, leggero ed é dotato di un fantastico sistema di stabilizzazione. 

Il suo formato è quanto basta per un utilizzo quotidiano in un ambiente non sempre favorevole come quello del mare.

Lunghe ore di osservazione all’orizzonte è questo Fujinon TS 12×28 è stato un formidabile compagno di lavoro. Devo ammettere di non aver avuto problemi a osservare per lunghi periodi, neppure dopo diverse ore di sorveglianza anche notturna.

Infatti è sufficiente la presenza della luna per non sentire affatto la necessità di un mezzo più luminoso o con sistemi di visione notturna dedicati.

Ovviamente non è stato pensato per un uso crepuscolare ma si difende comunque molto bene. Il suo campo di utilizzo resta in ogni caso l’osservazione generica (preferibilmente diurna), a media-lunga distanza.

Con questi binocoli è effettivamente possibile anticipare le proprie mosse con un discreto preavviso, infatti ad esempio, con il 12x, un oggetto a 2Nm ca. (3,7 Km ca.) di distanza, copre circa 1/6 dello schermo permettendo di apprezzare molto chiaramente forme e colori.

In definitiva le loro qualità più apprezzabili sono: la stabilizzazione (gradi, prestazioni, rapidità di funzionamento, ridotta energia richiesta, auto-spegnimento), la cura costruttiva, l’ergonomia, ed il peso.

Posso dire che sia il 12x che il 16x per l’uso di sorveglianza in mare sono perfetti!

Formato: TS 12×28

Estrazione pupillare: 17.5 mm

Distanza min. fuoco: 2,5 mt

Campo di vista a 1000 m: 73 m

Campo visivo reale: 4,2°

Stabilizzazione: giroscopica +3°

Pupilla di uscita: 2.3 mm

Peso (senza batterie): 420 grammi

 

Formato: TS 16×28

Estrazione pupillare: 16 mm

Distanza min. fuoco: 3,5 mt

Campo di vista a 1000 m: 70 m

Campo visivo reale: 4°

Stabilizzazione: giroscopica +3°

Pupilla di uscita: 1.75 mm

Peso (senza batterie): 510 grammi


“Non potrai mai attraversare l’oceano se non hai il coraggio di perdere di vista la riva.”

(Cristoforo Colombo)


Il binocolo alla fine non mi porterà oltre l’orizzonte ma sicuramente lo renderà più vicino!